(da fonte PrivatAssistenza)
Avete mai sentito parlare di silver economy? Letteralmente significa “economia d’argento” e in senso più ampio si utilizza per indicare tutte quelle attività economiche connesse, più o meno direttamente, al mondo degli anziani.
Sebbene gli anziani siano prevalentemente considerati dal punto di vista del peso economico che comportano, essendo coloro che gravano maggiormente sul bilancio statale a causa di pensioni e spese sanitarie, non dobbiamo sottovalutare quanto questi siano anche una risorsa economica, soprattutto vista l’importanza che ricoprono nel welfare familiare con il ruolo di nonni.
Il dibattito pubblico e la politica dovrebbero quindi ribaltare l’usuale prospettiva, vedendo cioè gli anziani come opportunità di sviluppo economico, soprattutto nel nostro Paese, dove la popolazione anziana è molto numerosa.
Concretamente, cosa rientra nella silver economy?
Nell’ambito della silver economy possono essere fatte rientrare tutte quelle attività che ruotano, in maniera più o meno diretta, attorno ai consumatori dai “capelli d’argento”, cioè gli anziani.
Questa economia rappresenta, per bacino d’utenza, la terza del mondo.
In Italia, si calcola che entro il 2050 la popolazione anziana raggiungerà quota 34% del totale, portando così la silver economy a essere sempre più importante.
Non solo. Oggigiorno, con tassi di disoccupazione giovanile sempre più alti, contratti precari per molti lavoratori e tutele statali sempre più labili, non di rado i più anziani sono tra i pochi ad avere capitali da investire o da destinare al consumo.
In linea generale, all’interno di questa economia “dei capelli d’argento” troviamo tutte le attività economiche dedicate ai bisogni degli over 65, dai servizi ai prodotti:
Medicine
Assistenza
Attività ricreative
Spettacoli
Cultura
Trasporti
Articoli per la casa
Abitazione
Comunicazioni
A tutte queste attività tradizionali, oggi che i senior sono diventati più dinamici e attivi, se ne affiancano altre, come lo shopping online.
Secondo l’Istat, un quarto dei 55-64enni già acquista prodotti e servizi online, mentre la quota di coloro che fanno lo stesso scende al 22% tra i 65-74enni e al 13% tra gli over 75. Queste percentuali sono però destinate a salire in futuro.
Non bisogna poi scordare il contributo che gli anziani danno alle proprie famiglie ricoprendo il ruolo di nonni. Il costo del loro lavoro come baby-sitter ammonterebbe a 24 miliardi di euro l’anno.
I nonni sono dunque una centrale fonte di risparmio per le famiglie, soprattutto italiane, viste le difficoltà nel far fronte alla gestione dei bambini e all’impossibilità per molte di loro di affrontare i costi di una baby-sitter.
Tradurre in termini economici queste e molte altre attività che gli anziani svolgono per le proprie famiglie aiuta a far capire quanto sia l’effettivo peso degli anziani nella nostra economia, e quanto il dibattito pubblico in primis e la società tutta poi debbano smettere di considerali come un peso, iniziando a vederli come una risorsa e persino come un volano economico fondamentale.
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